domenica 3 giugno 2007

Sono una persona che ha frequentato da sempre l’Exodus più o meno saltuariamente e solo da poco ha avuto la fortuna di conoscerlo meglio come locale, con i suoi progetti che guardano alla cultura e alla solidarietà.
Scrivo questa lettera perché sono allibita e disgustata da ciò che leggo quotidianamente in quei numerosi articoletti faziosi e di pessima divulgazione informativa che fanno capolino tra i giornali che trattano del famigerato “Caso Exodus”.
Vorrei, prima di tutto, abbattere un odioso luogo comune che da tempo riempie la bocca di cani e porci, ovvero questo spauracchio del degrado a Bologna. E’ vero, c’è e si vede, lo dimostrano i cattivi odori, i vetri rotti, le siringhe e non solo…
Questa denuncia che parte dai cittadini bolognesi e dal comune, però, sembra spesso essere piuttosto una moda del momento, un tema attuale da ficcare come il prezzemolino in qualsiasi discorso da fare al lavoro o davanti ad un caffè con gli amici.
A me non fa paura tanto il degrado bolognese quanto quello che si sta facendo per contrastarlo.
Ho paura dei delinquenti, dei malavitosi proprio come quelli che hanno creato disordine in quella ormai leggendaria notte di martedì scorso.
Mi rincuora, invece, sapere che ci sono locali come l’Exodus aperti anche di notte, locali in cui i giovani, e non solo i giovani, possono rifugiarsi, incontrarsi, chiacchierare, sorridere, creare piccole e grandi cose insieme.
Vorrei ricordare, infatti, a chi probabilmente l’ha dimenticato, che esistono queste strane creature chiamate giovani a Bologna come dappertutto, che hanno ancora la forza e la voglia di scoprire e di conoscere un’infinità di cose, tra queste anche la notte.
L’Exodus è stato da sempre un rifugio pacifico, familiare per tutti di mattina, di pomeriggio, di sera e di notte.
Purtroppo la brutta gente circola sempre e anche lei di mattina, di pomeriggio, di sera e non solo di notte, come qualcuno pensa, magari insieme al lupo cattivo e all’orco di Pollicino.
Mi chiedo qual è la colpa di Pino, che per sua sfortuna era lì quella notte a fare il suo solito lavoro.
Mi chiedo cosa è successo di così pericoloso lì dentro se non una bisticciata che, a quanto pare, non ha coinvolto nessun altro cliente se non i diretti interessati. E il seguito non importa perché è successo altrove.
Mi chiedo, inoltre, dove era chi ha il compito di proteggere la gente che lavora onestamente… dove era?
E perché, una volta arrivati i responsabili alla sicurezza, invece di prendersela con i delinquenti forse già noti alle forze dell’ordine, invece di star dietro alle armi e alla violenza, se la sono presa con chi aveva bisogno di aiuto?
Questa storia ha la consistenza di una bolla di sapone!
Pino è indagato e, insieme alla sua famiglia sta pagando per il semplice fatto che chi ha sparato quella maledetta notte era passato prima dall’ Exodus.
Mi piacerebbe pensare che vicino alle forze dell’ordine posso sentirmi sicura, invece… a volte i fatti mi suggeriscono che è meglio starne lontana! Questo non è bello e non fa onore.
Ora sto pensando che mentre chi lavorava (e adesso non può più lavorare) sta pagando, un pregiudicato (quello vero!) con la sua bella pistola continua a passeggiare, a canticchiare insieme ad altri uomini come lui. E ridono di cuore, felici del fatto che non è tanto loro che vogliono adesso quanto la chiusura dell’ennesimo locale, perché il tabellone della tombola deve essere completato, perché bisogna arrivare al numero novanta (La Paura)!
Bene! La bolla di sapone è scoppiata, il caso è chiuso e tutti a casa ( a dormire, s’intende, stanotte).
Questa storia più che al far west mi fa pensare ad una impopolare parodia di un film western!
E’vero signor Questore (o signor Sceriffo, come preferisce), è meglio prendersela con la povera gente che non dà troppi grattacapi, piuttosto che confrontarsi con la vera violenza, con il vero degrado… e così che si agisce subito e concretamente se non si riesce a fare di meglio!
O FORSE…NO?
03/05/2007 F.D.

Scriveteci anche voi su exodusbar@gmail.com

Nessun commento: