venerdì 20 luglio 2007


Questo è un articolo che ho scritto un pò di tempo fà, molto probabilmente il primo. L’ho voluto riproporre perché è un bell’esempio dei vari soprusi e di siamo presi in giro.

LA FRECCIA DEL SUD

E' incredibile, come ormai da anni accade, che le Ferrovie dello Stato non pongono rimedio alla calca che si viene a creare sui treni espressi che dal lontano Nord-Italia, attraversando colline e riviere, giungono al Sud-Italia zeppi di carne umana ammassata tipo "CARRO BESTIAME".E' accaduto per l' ennesima volta, utilizzando il "servizio" delle Ferrovie dello Stato, di rimanere a piedi sotto la stazione attendendo la freccia successiva che mi permettesse di tornare, almeno per un week-end, nella mia amata città del SUD.E' stato il 2 giugno alle ore 00,30 a.m., treno espresso proveniente da Milano ed in proseguimento per Napoli, con più di 15 carrozze ed oltre mezzo milione di utenti. Non c'è posto. Gli utenti si lamentano. Non riesco a salire, attendo il prossimo.E' stato il 2 giugno alle ore 1.00 a.m., treno espresso proveniente da Bolzano ed in proseguimento per Reggio Calabria, con circa 20 carrozze ed oltre un milione di utenti. Non c'è posto. Gli utenti si lamentano. Una persona anziana sta male durante l' attesa alla stazione di Bologna. Riesco a salire ma non si respira e non ci si può muovere. Ridiscendo e attendo il prossimo.E' stato il 2 giugno alle ore 1.30 a.m., treno espresso proveniente da Munchen ed in proseguimento per Palermo, con innumerevoli carrozze ed oltre ... milioni di utenti. Non c'è posto e non provo neanche a salire per rispetto a tutti coloro che sono già sul treno. Gli utenti si lamentano e cercano disperatamente un filo d' aria che gli soffi tra i capelli. Accanto a me il capostazione al quale chiedo di fare una denuncia da parte di tutti i miliardi di utenti che da decenni cercano invano di viaggiare a costi e condizioni umane senza dover pagare fior di quattrini per biglietti tipo "EUROSTAR, EURONIGHT, INTERCITYNIGHT, INTERCITYPLUS" e chi più ne ha più ne metta. Il capostazione mi risponde con un fare mooolto superiore ( tanto il suo posto in qualsiasi treno nessuno glielo tocca ) dicendomi:Se per te è un disagio...non partire! Per me và anche quasi bene, ma a mio padre chi gielo dice se non mi vede almeno due volte l' anno?Riesco finalmente a partire dalla stazione di Bologna alle 4.30 a.m. ed ad arrivare a Napoli, la mia Napoli, alle 13,15 p.m. con oltre due ore di ritardo perche, durante il tragitto, si è rotto il locomotore.Questo post non vuole essere una polemica ma un ringraziamento alle Ferrovie dello Stato per avermi fatto trascorre circa 30 ore con la mia famiglia.
GRAZIE

K

giovedì 19 luglio 2007

ANOTHER TIME

Ci risiamo...è’ accaduto di nuovo...il sopruso del potere!
Vi racconto brevemente una storia:
qualche mese fa, girando per Bologna in cerca di un BAR dove poter fare un aperitivo e scambiare quattro chiacchiere con qualcuno, mi sono imbattuto in un locale abbastanza conosciuto, L’ALTO TASSO. Ex vineria diventato bar molto carino. Entro, saluto un po’ di amici, mi sollazzo un po’ sotto il climatizzatore dato che in questo periodo a Bologna c’è un caldo insopportabile ed ordino una birra per rinfrescarmi l’ugola. Mentre sono lì, sorseggiando la mia bibita, faccio caso ad una cosa strana, che lì per lì non capisco ma qualcosa di strano nell’ aria c’è. Mah!
Distrattamente scambio due parole con una amica e ad un certo punto s’illumina la lampadina, faccio caso a quella cosa strana che era nell’aria, anzi, che non era nell’aria: LA MUSICA!!!
Quella strana cosa fatta da persone che non hanno nulla da fare nella vita e perdono tempo correndo dietro a sogni e facendo rumore con i loro “strumenti”: I MUSICISTI!
Comunque mi accorgo che nel locale non c’è musica, anche perché riesco a parlare senza urlare ed a sentire tutto quello che mi dicono.
Incuriosito chiedo alla barista come mai non si sentiva musica, con cosa intrattenevano le persone. La ragazza mi risponde che sono stati denunciati da clienti del bar stesso, che vivono nei dintorni del bar alla quale dà fastidio la musica quando non sono al bar e quindi, per un mese, non possono propagare onde sonore di nessun tipo.
Nooo…non ci posso credere!!! Ma che senso ha? Cosa significa?
Non riesco neanche a portare un esempio con qualche fatto più concreto perché questa è fantascienza!!!
Ma, comunque, non è questo il punto, ma il fatto che il bar ha dovuto smettere di propagare onde sonore per un mese intrattenendo la gente con storielle e barzellette mentre fuori, in piazza San Francesco, in quei giorni, impazzava la festa della NUOVA FIAT 500 con tanto di manifestazione sonora con artisti e musicisti dalle 16 del pomeriggio fino alle 24.
Una festa che ha permesso di far parcheggiare circa una dozzina di fiat 500 nella piazza dove non fanno sostare i giovani perché fanno casino; di metter su un orrendo palco posizionato di fronte la chiesa coprendo il monumento con tanto di presentatore che per tutta la giornata latrava al microfono le “virtù” del mezzo; di fare esibire un dj di non ricordo quale radio che metteva su dischi commerciali che farebbero inorridire anche Latoja Jackson; ed infine far esibire un “artista”, che grazie a molteplici clacson di autovetture e l’aiuto di un po’ di elettronica, riusciva ad eseguire Beethowen in modo del tutto aritmico e stonato.
Ora, mi chiedo, è forse l’ennesimo atto di prepotenza da parte di chi detiene il potereo stanno soltanto prendendoci in giro?
Forse fa veramente troppo caldo!!!


K

domenica 8 luglio 2007

Comunicato stampa

A proposito dell'interpellanza dell'on. Marco Boato sul genocidio di Srebrenica05/07/2007.

Nell'interpellanza urgente al governo letta oggi dall'on. Marco Boato (Verdi), finalmente un politico italiano ha avuto la forza di affrontare la questione della memoria e della giustizia a Srebrenica e di denunciare il conferimento di onorificenze da parte del governo olandese ai soldati del battaglione olandese (Dutchbat III) che assistettero impotenti al genocidio dei musulmani di Srebrenica, collaborando persino al riconoscimento e alla consegna dei prigionieri alla soldataglia serbo-bosniaca guidata dal criminale di guerra Ratko Mladic e ai paramilitari serbi.Nel suo intervento, l'on. Boato ha citato più volte la Infinito edizioni e due dei suoi libri di punta, dedicati al genocidio di Srebrenica. Inoltre, il parlamentare dei Verdi ha citato una frase emblematica scritta da Adriano Sofri, un grande amico della Bosnia, amato profondamente dai bosniaci, e un lungo passo della lettera della nostra autrice Elvira Mujcic, che da alcuni giorni pubblichiamo sul nostro sito e proponiamo agli organi di stampa nazionali, in vista del dodicesimo anniversario dei fatti di Srebrenica, dove trovarono la morte tra gli 8.000 e i 12.000 cittadini bosniaci musulmaniPer la nostra casa editrice, così attenta alla Bosnia, questo è un successo enorme. Ma non in termini di pubblicità ai nostri libri, che qui neppure citiamo, bensì di umanità e di comprensione di un genocidio come quello perpetrato a Srebrenica.Da tempo ripetiamo che alla Bosnia e a Srebrenica devono essere applicati i principi da decenni sostenuti con amore e forza dal premio Nobel per la Pace Adolfo Perez Esquivel: "Non può esservi pace senza giustizia".Per poter avere giustizia, è necessario che le migliaia di persone implicate con il genocidio di Srebrenica e con gli assassinii di massa in Bosnia vengano finalmente consegnate alla giustizia, che criminali come Mladic e Radovan Karadzic vengano arrestati e processati dai tribunali competenti, che tutti paghino il loro fio (almeno moralmente), anche gli intoccabili dell'Onu, della Nato e di certi governi europei che in quei giorni voltarono la testa dall'altra parte.L'interpellanza dell'on. Boato ha dato a tutti noi e alla comunità bosniaca in Italia grande gioia, confermandoci che stiamo lavorando nella direzione giusta seppure con grande fatica. Senza mai dimenticare che le colpe della guerra non devono essere fatte ricadere su un popolo (quello serbo e quello serbo-bosniaco) ma che i governi, i governanti e i loro fiancheggiatori che allora erano al potere non possono non corrispondere alla giustizia e ai familiari delle loro vittime il prezzo dei loro tragici e sanguinosi errori.Noi continuiamo con il nostro lavoro, convinti che l'unico modo per costruire una pace di lungo periodo non sia negare e nascondere le prove ma parlare, raccogliere testimonianze, fare giustizia. Questo è l'unico modo per avvicinare Bosnia Erzegovina e Serbia alla famiglia europea e costruire finalmente un futuro di pace e di tolleranza nei Balcani.

Grazie.

Luca Leone

5 luglio 2007

giovedì 5 luglio 2007

LE ROSE DEI BALCANI

appunti di viaggio:Tuzla 2-6Giugno 2007

Quando si parte per una terra che è stata teatro diguerra,massacri,pulizia etnica,si è inevitabilmenteportati a pensare a quali terribili segni essa abbialasciato sulla popolazione,le case ,le strade,lecampagne,e così avevo preparato i miei pensieri,il miosguardo,il mio cuore!Superata invece la frontiera hodimenticato la guerra,sono stata catturata dallabellezza dei suoi paesaggi,del suo sole,della suagente.Non vedevo altro che fiori,solo molto più tardimi sono accorta che i fiori più profumati adornavanocase ancora in costruzione,quelli più colorati siarrampicavano da balconi che ancora non avevano finestre,ma il fiore più bello è quello del coraggiodella gente ,che strappato dall'odio,dallaviolenza,dall'ingiustizia riuscirà sempre agermogliare nuovamente. Il progetto SOGNANDO TUZLA alla vigilia del suo terzoviaggio sembrava un fiore spezzato,l'Exodus chiuso,Pino indagato,scenario kafkiano,paradosso di unasocietà che suo malgrado non difende i più deboli,mali strumentalizza per creare paure di massa.SognandoTuzla però non si arrende,Pino ci spinge a partireugualmente e così è stato!Il 3 giugno siamo tutti aTuzla,neanche il tempo di scaricare il furgone con ilmateriale raccolto che partiamo verso le campagne diPodcaus(Bratunac),dove dall'associazione TuzlanskaAmica siamo stati invitati insieme a Wilmoall'inaugurazione della cooperativa Sole-Suce,chegrazie ad un progetto di cooperazionemultilaterale(che vede come partner la Regione EmiliaRomagna,l'associazione Adottando di Bologna,CareInternational e il comune di Bratunac)si avvia versola difficile sfida della produzione ,ma soprattuttodella commercializzazione del miele.Nel pomeriggiofacciamo visita al memoriale diPotocari(Srebrenica),vergogna dell'Europa,scenario diquello che la storia ricorderà come uno dei piùterribili e sanguinosi crimini compiuti in Europadopo la Seconda guerra mondiale dinanzi allaindifferenza delle Organizzazioni Internazionali edegli stessi caschi blu delle Nazioni Unite ,unicocrimine dopo l'Olocausto che sarà qualificato comegenocidio da un tribunale internazionale.Attualmente sono 1327 le salme ospitate,ma le associazioni degliscomparsi attestano che siano circa 10000 le vittimedel genocidio.Continuiamo il nostro viaggio e facciamo visitaall'orfanatrofio di Tuzla(che ospita circa 200 bambinie adolescenti),lì siamo presi d'assalto,i più piccolifanno a gara per salire imbraccio,i più grandi sonopiù diffidenti,ma la classica partita a calcio mettetutti d'accordo.Il 4 giugno facciamo visita al campoprofughi di Mihatovic,in ogni casa vivono più di trefamiglie,devono fare più di un chilometro perraggiungere una fonte di acqua potabile,ma la loroaccoglienza è veramente difficile da spiegare :siamoospiti di una delle tante baracche dove un uomo cioffre da bere e sua moglie ci mostra le foto dei suoifigli in America,non parliamo nella stessalingua,forse è meglio così,i loro occhi sono piùrumorosi di qualunque parola!Nel pomeriggio ivolontari di Sognando Tuzla consegnano il materialeraccolto all'associazione Tuzlanska Amica che sioccuperà di distribuirlo nel territorio secondo leesigenze individuate.Lì è in corso una festa per tuttiquei bambini che hanno ricevuto cure mediche inItalia.Il 5 Giugno è una giornata dedicata a WilmoFerri,Tuzlanska Amica lo festeggia per ringraziarlodel suo ineguagliabile aiuto,non solo perchè sonodieci anni che è instancabilmente presente su quelleterre a volte dimenticate dalla comunitàinternazionale con aiuti materiali ed economici,masoprattutto perchè col suo furgone della felicità haportato in questi anni circa 200 persone,che con iloro occhi hanno potuto vedere la ferocia della guerra offrendone testimonianza al loro ritorno.
Il 6 Giugno siamo ormai lungo la strada delritorno.Vogliamo ringraziare tutti gli amici che cihanno sostenuto e chi pur non conoscendoci ci hadonato qualcosa:se ciò è stato possibile è perchè ciabbiamo creduto insieme.Il sogno continua...Normal.dot
SALIS ARTISTA DEL RING

di Maurizio Roveri

Arrivò a Bologna sette anni fa. Con una valigia piena di sogni. Veniva dalla Sardegna. Alghero. Non conosceva la città delle Due Torri, anzi qui non conosceva proprio nessuno. Ma aveva chiara un’idea. E quando Mario Salis – che è tipo orgoglioso - si mette in testa un’idea, prima o poi la realizza. Voleva diventare un pugile vero. Qualcosa di buono lo sapeva fare, era già campione regionale sardo. Però combatteva poco. Avrebbe avuto bisogno di salire sul ring con maggiore frequenza. A vent’anni doveva cercare di compiere il salto di qualità. Aveva un indirizzo. In Sardegna, prima che partisse, gli avevano detto di rivolgersi a Sergio Rosa il “maestro” della Tranvieri. Salis andò, entrando nel mondo della società pugilistica di via Saliceto. Una delle palestre più antiche e prestigiose di Bologna e del bolognese per la “noble art”. Quanti giorni sono passati. Forse piùdi duemila giorni di allenamenti, di rigorosa preparazione, di “figure”, di guanti, di sudore, di sacrificio, anche di divertimento quando si sta bene in un gruppo. E in sette anni alla Tranvieri, Mario s’è fatto tanti amici. Perchè trasmette entusiasmo, perché sa essere positivo. Qui è maturato. Come pugile. E ancor di più come uomo. Oggi Mario ha 26 anni, è una persona sicura, un ragazzo che tutti apprezzano. E’ diventato il leader del gruppo allenato da Sergio Rosa e da Sergio Di Tullio.
Elettricista per professione, pugile per vocazione. Non essendo fisicamente potente (è un longilineo, con un bell’allungo per essere un peso piuma) e non avendo “mani pesanti”, ha imparato ad usare il cervello e la strategia sul ring. Oltre ad aver affinato molto la tecnica. Oggi Salis è il pugile dilettante bolognese più esperto, più maturo pugilisticamente. Interprete di una boxe elegante, basata sulla rapidità, sulla scelta di tempo, sull’intelligenza, sugli abili spostamenti.
Sta sul ring da una dozzina d’anni, era appena quindicenne quando in Sardegna gli fecero fare il debutto. Il suo primo insegnante di boxe è stato Tore Burruni, anch’egli di Alghero, uno dei più grandi pugili italiani professionisti di tutti i tempi (campione del mondo dei pesi gallo, memorabile quel suo combattimento contro il thailandese Pone Kingpetch al palasport di Roma il 23 marzo 1965). Dunque, Mario ha già un sostanzioso numero di match alle spalle: 79 combattimenti. Con 56 vittorie (la più recente è quella di venerdì scorso in Piazza dell’Unità, contro l’abruzzese Mancinelli), 8 pareggi e 15 sconfitte.
Fatto singolare: Salis è stato campione di due regioni, poiché nel 2004 (da tesserato per la Tranvieri Bologna) ha vinto il titolo regionale dell’Emilia-Romagna. Titolo che è andato ad aggiungersi, così, a quello che vinse in Sardegna.
Ora Mario è maturo per qualcosa di più importante. Vuole arrivare ai campionati italiani assoluti e vincerli. Soprattutto se, com’è praticamente certo, si faranno nel bolognese – a Castel S.Pietro – per l’organizzazione della Pugilistica Tranvieri. Il sogno di Salis può trasformarsi in realtà. A sorreggerlo, nel percorso verso il titolo, avrà in quei giorni tutto il tifo dei suoi tanti amici dell’Exodus Bar di via Irnerio.