giovedì 27 settembre 2007

Il pensionato che rubò per fame"Storia verosimile,
ma è inventata"

CAGLIARI - Alla ricerca del pensionato affamato e perduto, del commerciante generoso, del pacco di pasta rubato dal vecchio diventato ladro per disperazione. Una caccia all'uomo che ha mobilitato per ventiquattr'ore quotidiani, trasmissioni tivù del pomeriggio che mischiano dramma e varietà spingendo il pedale della commozione, e persino provocato la reazione di ministri scandalizzati per i troppi nuovi poveri. Una caccia finita nel nulla. La preda non esisteva. Tutti scomparsi, mai esistiti con quei nomi i protagonisti della vicenda degna del libro Cuore che, pubblicata per prima dall'"Unione Sarda", quotidiano locale di Cagliari, raccontava di Nicolò, pensionato divenuto ladro per fame e del commerciante che non lo aveva denunciato "perché tanti non riescono ad arrivare a fine mese". Tutti dileguati, inesistenti all'anagrafe, spariti come fantasmi, negozio e luogo del furto compreso, dalle strade del popolare quartiere di Cagliari Is Mirrionis dove avrebbero dovuto essere. Mai iscritti all'anagrafe i presunti commercianti Fenudo che avevano telefonato al giornale segnalando la storia, latitante anche il loro presunto negozio. Anche perché la foto apparsa sul quotidiano che doveva raffigurarlo era di un paese a centinaia di chilometri più in là: a Degioz in Val d'Aosta. Al giornalista che aveva ricevuto la chiamata che segnalava la triste storia del pensionato, l'avevano mandata i commercianti, dice il cronista dell'Unione, perché il locale era chiuso per ferie e la notizia non poteva aspettare. Dal titolo in prima pagina scatta il meccanismo mediatico: partono i lanci d'agenzia che riprendono la storia e arrivano in tutti i giornali della penisola, le televisioni si gettano sul dramma. Anche perché è una storia verosimile e di attualità nell'Italia delle pensioni minime, nei giorni del contestato aumento del pane.
Storia ancor più concreta e possibile nel quartiere cagliaritano, dove vivono trentamila persone tra caseggiati popolari cresciuti negli anni Cinquanta e decine di appartamenti occupati abusivamente. Tra microcriminalità e voglia di riscatto, tra pudore e dignità nonostante il lavoro che manca, e con il Comune che distribuisce aiuti e sussidi. Proprio qualche mese fa tre agenti sono rimasti feriti: erano andati per arrestare un pregiudicato, sono stati colpiti da una sassaiola partita dalle finestre dei palazzi dove incensurati vivono accanto a chi ha più di un guaio con la giustizia, piccoli furti e spacci alle spalle. Letta la notizia si muove anche il Comune, per trovare l'anziano e aiutarlo. L'assessorato ai Servizi sociali si trasforma in una sorta di agenzia investigativa. "Abbiamo scatenato gli assistenti sociali battendo a tappeto le varie circoscrizioni, nulla. Abbiamo controllato sugli elenchi telefonici e perfino all'anagrafe. Zero assoluto, mai esistiti i signori Fenudo", dice l'assessore Anselmo Piras. Dei due commercianti, del loro negozio e del cliente affamato nessuna traccia. Insiste ugualmente l'assessore alla caccia, anche se non trova riscontri, perché è una storia possibile in una città dove ogni anno si spendono 25 milioni di euro per le attività sociali. Perché a Cagliari come nel resto del paese la crisi si sente, i soldi non bastano mai e il pudore spesso rende difficile chiedere aiuto. Lo conferma la cassiera del supermercato Conad di via Is Mirrionis: "Arrivano gli anziani e all'ultimo momento rinunciano a qualcosa che hanno comprato perché non hanno soldi abbastanza, altri li abbiamo sorpresi a rubare: un pezzo di cioccolata, un lusso che non si possono permettere". Conferma Piras: "Abbiamo due mense comunali che fanno 150 pasti tre volte al giorno e in fila non ci sono solo barboni ma gente comune, dignitosa. Molti però si vergognano a mettersi in coda davanti a tutti, non sopportano l'idea che il mondo sappia che sono in difficoltà e così magari si rivolgono ai banchi alimentari e di abbigliamento della Caritas".

(www.repubblica.it - 27 settembre 2007)

martedì 25 settembre 2007

Cagliari, pensionato ruba per fame
"Non ce la faccio ad arrivare a fine mese"

CAGLIARI - Vedovo, 75 anni, una magra pensione da ex artigiano come unico reddito, al 25 del mese ha sempre avuto difficoltà ad arrivarci. Alfredo appartiene a quella schiera sempre più grande di anziani che non riescono più a sbarcare il lunario. La fame ieri l'ha spinto a rubare un pacco di pasta e un pezzo di formaggio dagli scaffali del piccolo negozio di generi alimentari sottocasa, a Cagliari. Ma alla cassa la refurtiva gli è scivolata a terra. "L'ho visto così triste", ricorda la proprietaria del minimarket. "Aveva le lacrime agli occhi. Prima era sempre stato puntuale nei pagamenti. Forse è colpa di questa crisi..." L'uomo temeva di essere denunciato, invece la proprietaria lo ha perdonato anzi ha dato vita ad una colletta fra gli abitanti del quartiere per assicurargli provviste sufficienti per le prossime settimana. Is Mirrionis è un quartiere popolare nella periferia degradata del capoluogo. "Nelle nostre strade - confida Valentina Camba, la titolare del negozio dove ha rubato il pensionato - sono tante le famiglie, e non solo di pensionati, che non riescono ad arrivare a fine mese e molto spesso non hanno neppure il denaro per poter comprare qualcosa da mangiare". Come ripetono da tempo le associazione dei consumatori, "un disagio profondo affligge larga parte di cittadini italiani. E' colpa dei recenti aumenti", denunciano Federconsumatori e Adusbef. La negoziante di Is Mirrionis queste cose le sa bene: "Da anni, generazioni di famiglie di tutto il quartiere vengono a fare la spesa da noi. E capita spesso che ci chiedano di trascrivere il debito su un quaderno: pagheranno a fine mese, quando ne avranno la possibilità. Non abbiamo mai negato niente a nessuno e mai nella nostra vita lo faremo".
Non l'hanno fatto neppure ieri quando hanno scoperto che il signor Alfredo aveva rubato un pacco di pasta e un pezzo di formaggio. Anzi: hanno pensato che fosse necessaria una colletta per aiutarlo. "La solidarietà è importante", spiega la titolare del piccolo negozio di alimentari. "Capita spesso, soprattutto quando si consegna la spesa a domicilio, d'incappare in realtà che ti fanno accapponare la pelle. A pochi isolati dal nostro - racconta la commerciante - abita un'anziana che puntualmente scoppia in lacrime perché non ha il coraggio di dire che non ha i soldi per pagare. E noi ogni volta le diciamo che non c'è nessun problema: può pagare quando vuole. In un quartiere popolare come il nostro funziona così. La solidarietà è di casa".

(www.repubblica.it - 25 settembre 2007)