sabato 30 giugno 2007


IERI, OGGI E DOMANI

Anni fa quando trascorrevo uno dei momenti più terribili della mia vita, ho conusciuto un barista che lavorara in un buco in Via Matteotti.Mi ritrovavo ogni giorno dentro quel bar frequentato da gentaglia di quartiere e questo barista, all’epoca aveva un sogno.
Così comincia la mia avventura.
Ho avuto la fortuna di entrare a far parte del loro progetto importante, l’EXODUS e mi sento fiero di aver partecipato in quella realtà alternativa e così diversa da ogni bar o pub di Bologna.
La mia collaborazione come barista è durata solo due anni, ma posso assicurare che sono stati giorni indimenticabile, dove ho conosciuto tantissime persone di razza e culture differenti, dove è nato il mio amore e dove ho scoperto una nuova famiglia.
Si, perché altro non sono che miei fratelli.Quei fratelli presenti senza tirarsi indietro quando avevo bisogno.
Contraccambiavo con grande entusiasmo perché io non mi sento cliente, ma PARENTE.
Oggi le cose hanno preso una piega strana e ingiusta per colpa di una società purtroppo sempre più stressata e impaurita.
Non sono in grado di puntare il dito contro qualcuno o qualcosa, ma di certo mi sento spaesato in mezzo alla mia città, che da piccolo era il mio parco giochi e la piazza il mio cortile, i vicoli i miei corridoi di scuola e il bar la mia ludoteca.
Bologna è cambiata, è triste avere paura perché non sai più di chi avere paura.
Io mi fidavo di questa città, ma purtroppo adesso la odio.
Più il vicolo è buio più ti senti solo, e più ti senti solo più hai paura.Odore d’asfalto mescolato a merda, indifferenza e abuso di potere.
Trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato, ricatto, oppressione, violenza psicologica, omertà-rispetto…
BASTA riprendiamoci tutto quello che ci hanno tolto.Voltiamo pagina.domani sarà un altro giorno.
Eleviamo muri di conoscenza e ogni pietra posta in questi muri deve essere essenziale e necessaria.
La loro forza resisterà agli assalti dei nostri NEMICI.


Soc_mail 30/06/07

venerdì 29 giugno 2007

LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI...


La foto soprastante è stata scattata la sera del 21 giugno in vicolo bolognetti, una sera come tante, passata in compagnia di amici, a sentire musica ed a bere qualche drink.
Ero lì, all' interno del giardino del "quadriportico" dove ogni anno c'è una rassegna artistica fatta di concerti, mostre e performance di ogni tipo, come tanta altra gente, a soffrire il caldo ed a cercare di degustare qualcosa da bere senza far salire troppo il mio livello di sudorazione.
Ascoltavo musica, chiacchieravo e facevo la fila sia per utilizzare i servizi igienici (in disuso) che per ordinare un drink perchè quella sera c' era moltissima gente, forse più di quanta ne possa entrare per motivi di sicurezza e ordine pubblico.
Mentre scambiavo parole con alcune persone incontrate nel "quadriportico", improvvisamente è iniziato un gran trambusto di gente che si agitava e correva nei dintorni del bancone bar, era una MEGARISSA!
Mi sono avvicinato anche io ed...HO VISTO TUTTO!!!
Ho visto un ragazzo che non riconoscerei perchè aveva una mano che gli copriva mezzo volto. L' altra metà era impegnata ad ammortizzare schiaffi e percosse che quest uomo che lo manteneva, con l' altra mano, era impegnato a dargli.
Una volta sciolto il nodo ho continuato a non vedere il ragazzo perchè è subito caduto in terra mentre l' uomo, che si è poi girato, perchè strappato da altri, ha mostrato il suo volto candidamente arrossato e, come gli altri che lo mantenevano, aveva una maglietta con sù scritto STAFF.
Ora, se non sbaglio, all' interno di spazi adibiti al pubblico svago, se c'è un personaggio con un maglietta con sù scritto STAFF, vuol dire che fà parte dell' organizzazione o, quantomeno, dell' evento.
Comunque, tornando a quella sera, continuo.
Mi giro per vedere che fine avesse fatto il ragazzo, se magari lo conoscevo, e mi accorgo che non c’è più ma, al suo posto, si fà un gran polverone con gente che corre verso l’ uscita. Incuriosito li seguo. Esco e vedo ciò che viene mostrato in foto: una pattuglia dei tutori dell’ ordine pubblico, una ambulanza ed una marea di gente uscita dal Vicolo Bolognetti. Mi incuriosisco maggiormente e chiedo come mai un’ ambulanza, non ne avevo mai viste prima per una semplice rissa, forse perché non ho mai assistito a risse. La risposta che mi viene data è che il ragazzo, a causa delle forti e continue percosse, gli si è ritratta la lingua in gola e stava morendo soffocato.
MORENDO SOFFOCATO???
Ma come? Per due schiaffi? Ma forse non erano due, e forse non erano solo schiaffi! E poi date da chi? Da chi all’ interno di un locale dovrebbe mantenere la calma e l’ ordine per il proseguo di una bella serata!
MA QUESTO E’ DEGRADO!!!
La cosa mi dispiace un po’ perché penso che dopo questo ennesimo intervento delle forze dell’ ordine ora chiuderanno un altro luogo di ritrovo per i giovani. Però, visti gli ultimi avvenimenti e, soprattutto, che LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI, penso che sia giusto così.
Nonostante alcune recentissime sentenze hanno riaperto il dibattito in merito all’individuazione dell’autorità competente (Sindaco o Questore) ad adottare i provvedimenti di sospensione e revoca delle licenze di esercizi pubblici di somministrazione ai sensi dell’art.100 del R.D. 18.06.1931, n°773 (T.U.L.P.S.), una legge emessa durante il regime FASCISTA di BENITO MUSSOLINI sia ancora applicata nello STATO DEMOCRATICO ITALIANO A.D. 2007 (bella evoluzione), nonostante ciò credo sia UGUALE PER TUTTI.
Ma così non è!!!
Infatti, il giorno seguente, mi incammino verso vicolo bolognetti per scoprirne la sorte e lo trovo lì, “fortunatamente aperto”, con questo caldo una vera manna dal cielo quel giardino…

K

mercoledì 13 giugno 2007

Ma...questo?


...
QUESTO UOMO E' UN GRANDE!
CI STA AIUTANDO!


Le altre foto sono su www.paolettissima.blogspot.com

martedì 12 giugno 2007

La solitudine. E' una sensazione abominevole! Riesce ad insediarsi in ogni singola parte del nostro cervello. Forse è la più completa delle sensazioni. E' lo strascico di altre come la depressione e l' insofferenza. Senza poi contare tutta una serie di malattie psicosomatiche che comporta come l'insonnia.
Eppure solo non sono, ma mi sento. Da un pò frequento una leggiadra fanciulla di cui non faccio il nome per motivi di privacy. Persona che magari al momento non amo. Che sicuramente potrei amare perchè stupenda, intelligente e simpatica. Con la quale riesco a risolvere dialoghi non retorici, non banali, profondi e con un certo gusto nello stuzzicarci a vicenda. Dialoghi che non si fermano al:"Si...m...hai ragione...m...m...cosa beviamo?"!
Dialoghi che riuscivo ad intraprendere solo in un luogo qui a Bologna. Con tutti quelli che vi erano all'interno. Perchè motivati, spronati a sapere, a confrontarsi, a conoscersi a mettersi alla prova. Luogo che tanto ho cercato e che finalmente ho trovato: l' EXODUS BAR!
Ma questo luogo ora non esiste più!
Non si sà bene il perchè, hanno tirato in ballo motivi assurdi come la reticenza, l' omertà!
Ma lo sanno queste persone cosa significa omertà? Il mio primo consiglio, che forse è anche l'ultimo perchè sono la persona meno indicata nel dare consigli ma che crede di conoscere l'italiano, suggerirei di rivedere su un BUON DIZIONARIO cosa significa letteralmente la parola "omertà".
Ma cosa fanno poi questi signori, che lavorano al servizio dello stato, stato fondato sul LAVORO? Interrompono un' attività a conduzione familiare per svolgere delle indagini. Ma neanche più nei film gialli ( o AMERICANI) accadono queste cose. E mentre svolgono queste indagini ci scappa la chiusura perchè un punto nevralgico di artisti, giornalisti, avvocati, banchieri, operai e muratori si ritrova ad essere setacciato come "IL RITROVO DELLE COSCHE A BOLOGNA"!
E badate che ho detto dell cosche a bologna, perchè se non sono di bologna ma di qualsiasi altro luogo, qualcuno li avrà fatti pur venire...e chi se non chi ci protegge dal male?
No, non oserei mai nominare Nostro Signore, o dovrei dire VOSTRO, ma i tutori, coloro che sono qui per il nostro bene!
Sono tante le cose che mi domando, alla quale non potrò mai trovare una risposta se non datami da qualche interessato. Ma una mi sobbalza sempre alla testa. Alla mente. Ma questi signori, quando (se) si ritrovano la sera, seduti al desinare con tutta la famiglia, con la tavola piena di ogni leccornia perchè non fanno un attimo di silenzio? Non dico di pensare, potrebbe risultare offensivo alle orecchie di costoro. Mi chiedo solo perchè non fanno un attimo di silenzio? Giusto per provarne la sensazione, ascoltarne la musica, sentirne il profumo. Perchè il silenzio e d'oro.
Se non riuscite a fare una cosa del genere al capezzale della vostra famiglia, allora, venite fuori l' EXODUS BAR perchè lì ora abbonda!
Le risate di Maria, le parole tra muso e buso di Pino, il rumore dello sheker di Gigi, le parole della gente che si metteva a confronto, i bambini che alle feste del Papà giocavano felici, le riunioni per i viaggi in Bosna-Herzegova per aiutare chi sta messo "peggio di noi" ed il free-style di Martellino rapper and MCcrew ora non si sentono più da fuori l' EXODUS BAR.
Venite a sentire quel famoso silenzio che cercate in una città che ormai assorbe quanto più denaro possibile dalle tasche di chi cerca di vivere onestamente.
Retorica? Ma purtroppo è così! E' uno STATO di fatto!
Non ricordo chi ha detto questa frase, e non ricordo neanche bene come dice ma, più o meno, faceva così: esiste un punto unico dove tutte le arti, le scienze e le religioni si incontrano. Beh, questo punto a Bologna era l' EXODUS BAR!!!
Non vi chiedo di capire o chissà cosa, vi chiedo di provare! Provare a chiedere cos' era l' EXODUS BAR a tanta gente e soprattutto a chi lo ha vissuto. Provate, sentite cosa vi dice. Potete chiedere a chiunque a Bologna perchè lo conoscono tutti!
Dai, basta così, vi saluto ora! Tra un pò mi chiamerà la ragazza che sto frequentando. O io chiamerò lei. O nessuno si chiamerà e andremo tutti a nanna, chissà! E scusate se mi firmo con solo una lettera, K, ma dopo questo post, e tante altre mail che ho spedito a giornali, istituzioni e amici, credo che qualcuno mi verrà a cercare. Tra le altre cose una lettera stupenda, formata da TRE linee che si intersecano in un "UNICO PUNTO".
Vi dirò ancora un'altra cosa, una verità, questa lettera ci ho messo un pò a scriverla ma non ci ho pensato tanto. Il tempo di scendere di casa e cercare un altro bar...senza trovarlo!!!

E' stato veramente un piacere infnito

K

venerdì 8 giugno 2007





































giovedì 7 giugno 2007

COLTI E COLTIVATORI...
SEI UN GRANDE!!!




martedì 5 giugno 2007

Mi chiamo Mario e come hobby faccio il pugile a livello nazionale.Scrivo queste righe per fare capire che cos'è l'EXODUS...Di certo non un covo di "MAFIOSI" o "PREGIUDICATI", come i giornali lo stanno facendo passare!L'EXODUS è il cuore del sud dove ogni "terrone" o isolano convive in armonia sentendosi a casa.Posso solo dire che senza Pino, Luigi e Maria non so se la mia permanenza fosse stata così lunga, si perchè l'Exodus mi ha dato una mano a sopravvivere nei momenti in cui non lavoravo e mi ha aiutato, sponsorizando i miei combattimenti a farmi conoscere a livello locale.Come me ha aiutato tante altre persone che si guadagnano il pane quotidiano "ONESTAMENTE".Non pregiudicati come raccontano i quotidiani.Sè poi i pregiudicati, puscher, papponi entrano consumano e rispettano le regole del locale, perche li dobbiamo sbattere fuori?mi sembra non ci sia una legge che vieti ad un pregiudicato, di bere in un bar.Se anche ci fosse, un barista non è tenuto a chiedere i documenti.Penso che questi controlli spettino ad altri...Mi appello al buon senso di chi accusa persone completamente estranee ai fatti successi quella notte, sperando in una riapertura a breve termine della mia seconda casa!

Marieddu
ECCO IL SIGILLO...

...CHE ORA NON C'è PIU'!!!!


FORZA RAGAZZI!!!
UN PASSO PER VOLTA TUTTI ASSIEME CE LA FACCIAMO!!!


lunedì 4 giugno 2007


Cari Amici

Sebbene non conosca l'episodio di cui parlate, mi sento di esprimermi la mia più forte solidarietà. L'Exodus bar è uno dei pochi luoghi di amicizia e fraternità che possiamo trovare nel mondo di oggi. Sono con voi

Alessandro Chiavacci
Pino siamo tutti noi

Mi chiedo perché dobbiamo pagare sempre noi,
Noi che facciamo dell’accoglienza e dell’assenza si pregiudizio una scelta di vita, vissuta e giocata ogni giorno sulla nostra pelle e su quella dei nostri cari.
Pino siamo tutti noi.
Noi che con la fatica giornaliera proviamo a creare spazi dove voci diverse possano esprimersi ognuna per quel che meglio sa fare.
Noi che facciamo prezzi popolari perché, dai, tutti hanno diritto.
Noi che proviamo a collettare soldi per chi sta peggio di noi e magari andare in Bosnia a consegnarli.
Noi che facciamo conoscere esperienze e culture lontane, noi che le pratichiamo.
Noi che con la nostra musica, che si incontra lì per caso, diamo un senso a molte serate.
Noi che proviamo a non escludere nessuno a priori, e di sicuro non per la lingua che parlano o la religione che professano. Questo ci hanno insegnato le nostre madri.
Noi che abbiamo scelto da tempo di non fare i poliziotti. Pensavamo che altri ci avrebbero pensato.

Noi che lavoriamo di notte nella giungla metropolitana meritavamo protezione. Siamo stati accusati di favoreggiamento. E pensare che potevamo morirci. Due si sparano davanti casa tua e solo perché prima si sono fatti un bicchiere e date due botte da te, finisce che sei complice anche tu. Ma chi poteva sospettare che nella virtuosissima Bologna andassero in giro armati a piede libero dei pregiudicati? Li volevamo? Li abbiamo chiamati? Avevamo qualche interesse ad averli lì? La loro presenza non è un danno soprattutto per noi? Ancora una volta, meritavamo protezione e ci hanno accusato di favoreggiamento.
Allora la risposta più logica mi sembra: se non paghiamo noi, chi paga? Se non addossano a noi, uno dopo l’altro, tutte le responsabilità, a chi potrebbero farlo? O fanno fuori noi oppure, chi altro? Loro sono ancora tutti là, da anni, inamovibili.
Per tutto il degrado, per la gente che piscia per strada impunemente, per quelli che nei gradini delle strade si fanno le pere, per chi grida in piena notte come un idiota, per i cani che azzannano e i marocchini che spacciano, mi chiedo ancora: chi altro paga?

Silvia gregori

Scriveteci anche voi su exodusbar@gmail.com
Questo è accaduto nel 2005 e, nonostante tutto, se la sono presa con noi!


Questo sta accadendo adesso! Come al solito nell' occhio del ciclone!
Ma per chi ci hanno preso?































Questa è una brevissima raccolta di quanto abbiamo fatto in questi anni ma nessun ne ha tenuto conto. La parola, lo spazio, il tempo dedicato a tutti coloro che vogliono esprimersi. Senza poi parlare delle iniziative umanitarie come " SOGNANDO TUZLA ! ".


Breve Curriculum Vitae dell’ Exodus Bar

- 8 febbraio 2006 Inaugurazione mostra Sa-Ni Art
- 16 febbraio 2006 Poesia e arte di Alessandro Masaaro
- 22 febbraio 2006 Jazz Impro
- 1 marzo 2006 Wunderkammer “la camera delle meraviglie”
- 1-15 marzo 2006 mostra di Christian Montagna
- 2 marzo 2006 Not-Birthday concerto TubusInFabula
- 8 marzo 2006 Dardochalet strument amant rock
- 9 marzo 2006 “IroniKonTemporaneo”” con Roberto “Freak” Antony
- 15 marzo 2006 Alos? In concerto “Ricordi indelebili”
- 19 marzo 2006 “festa dei figli: papà ti porto all’ exodus”
- 22 marzo 2006 Happening poetico
- 23 marzo 2006 lettura di poesie
- 20 marzo 2006 “fiori di maggio” poesia in musica
- 1 maggio 2006 “festa dei lavoratori” Parco 11 settembre Bologna
- 22 febbraio 2007 Raccolta maschere indifferenziata
- 1 maggio 2007 “festa dei lavoratori” Parco 11 settembre Bologna
- 17 maggio 2007 Sa De Sa Sardigne “canti e buffet dalla sardegna”
- 23 maggio 2007 “Sognando Tuzla” festa di autofinanziamento mostra fotografica
- 31 maggio 2007 “Sognando Tuzla” per la partenza del 2 giugno (ANNULLATO)
Eccola qui l’infinita fantasia di giornalisti che non sanno quello che dicono e buttano giù infami articoletti gonfiando per benino l’accaduto in modo da creare il caso riversando fango a valanga sull’onesto lavoro di chi ce la mette tutta e si fa in quattro per offrire qualcosa in più oltre al caffè. Mi arriva la notizia , mi precipito su internet a cercare informazioni e rimango basita …il mitiko Exodus dipinto come un covo di malavitosi e avanzi di galera e nulla più. La cosa tragica è che tutte quelle signore che mentre preparavano i tortellini hanno sfogliato i giornali e come loro tantissime altre persone crederanno che questo bar di poco di buono dove si sparano tra un amaro e l’altro starà benissimo chiuso e chiusa la partita. Però i conti non tornano . Cos’è successo all’Exodus?Un litigio: si sarà alzata un po’ la voce , tra i litiganti qualcuno perde la pazienza e alza le mani.Tra i litiganti FUORI DAL BAR qualcuno perde la testa e spara .Colpa di Pino forse perché doveva nascere con un terzo occhio in grado di vedere attraverso il muro cosa succedeva nell’altra sala del bar mentre preparava coktails al bancone o forse colpa di sua mamma che non l ‘ha messo al mondo supereroe o forse suggerisco agli inquirenti di verificare che non ci sia qualche fenomeno paranormale connesso al nefasto angolo di città ricoperto dall’Exodus per cui magari le pareti sprigionano sostanze che interferiscono con le sinapsi dei clienti inducendoli a commettere qualche fattaccio. Mi sembra proprio che qualcuno voglia fare di tutta l’erba un fascio .Il fatto è grave e malauguratamente le persone coinvolte hanno deciso prima di spararsi di consumare qualche bevanda nel nostro amatissimo bar, che a causa di tale sfortunato passaggio viene descritto agli occhi di Bologna come un fioccare di menti criminali. Mentre leggevo gli articoli mi sembrava fantascienza :Pino indagato …sgrano gli occhi!!!! La famiglia Fazio arriva dalla lontana Calabria per dare onore a queste due vetrine su via Irnerio e il questore che fa ? Vuole chiudere per sempre la seconda casa di moltissimi giovani e non che hanno trovato non solo un bar dove passare le serate ma una famiglia !!!!! Appena sono arrivata a Bologna ,nel settembre del 2003 ,ho iniziato a frequentare l’Exodus e sono diventata subito una cliente assidua : i fantastici manicaretti di Maria ,prezzi popolari,concerti ,performance,reading…..e chi più ne ha più ne metta questo locale ha sempre dato voce e spazio all ‘espressione artistica e alle idee di tutti ….non un semplice bar ma un posto dove incontrarsi e confrontarsi ,discutere ,darsi da fare per creare situazioni nuove . Al contrario di quello che hanno scritto quelle pagine indegne di stampa da regime Pino ha il piacere di ospitare artisti da tutti gli angoli del pianeta ,studenti,lavoratori… un melting pot di persone che tutto fanno in questo bar tranne che picchiarsi e spararsi tra di loro !!!Gran parte del personale delle banche di via Irnerio pranza all ‘Exodus e anche un illustre primario del Sant’Orsola passa all’aperitivo per la cortesia dei barman e perchègi fa piacere rilassarsi e scambiare due chiacchere con giovani allegri e propositivi. Che medici e impiegati siano anch’essi pregiudicati ?Mannaggia forse da ragazzini hanno rubato una mela…..Mi sembra oltremodo ridicolo che invece di preoccuparsi di arrestare chi ha sparato si vada ad indagare chi non ha nessuna colpa se non quella di aver servito una birra a qualcuno non proprio raccomandabile;di certo un barista non potrà conoscere i trascorsi di vita di ogni tale che arriva al bancone ! Dal fatto che una sera tra i tuoi clienti ci siano dei pregiudicati al fatto che un bar sia un ritrovo di delinquenti ci passa una bella differenza e questa non mi sembra assolutamente un’ opinione ma un dato di fatto . Io mi chiedo come si possa con tanta leggerezza condannare chi ha passato anni di sacrifici a pagare debiti per costruire un luogo diverso che offre oltre al semplice intrattenimento stimoli e possibilità di realizzarli. Forse è questo che disturba in realtà: un luogo di aggregazione dove oltre a divertirsi si possano scambiare delle idee e metterle in pratica …forse è questo il vero pericolo …il mostro del caso ..la gente pensante ! Sembra di parlare di aria oggi si chiude l ‘Exodus e se domani qualcuno avrà la brutta idea di prendere una pistola e sparare dopo aver bevuto qualcosa in un altro locale chiuderanno anche quello …che senso ha ? Mi chiedo poi come mai la stampa non abbia accennato alla pericolosissima iniziativa( riconosciuta dalle nazione unite) supportata dal bar Exodus “Sognando Tuzla”: un progetto finanziato con aperitivi di beneficenza e altre proposte per la raccolta di fondi il cui scopo è quello di portare aiuti umanitari ai bambini orfani della cittadina bosniaca . Purtroppo non frequento più l’Exodus ogni giorno perché mi sono trasferita a Padova e ce ne fossero qua di persone che come Pino anche a scapito del loro guadagno si danno da fare per organizzare una serata invece che accendere un maxi schermo con videoclip insignificanti (stessi canali spazzatura della tv) e far pagare un coktail 10 euro !Conosco Pino da quattro anni: ho visto un uomo che non si accontenta mai e appena raggiunge un traguardo ne ha già pronto un altro .Credo che sia giusto che chi sfrutta le sue possibilità per fare qualcosa anche per gli altri e non soltanto per il suo tornaconto debba essere supportato e incoraggiato soprattutto da chi è solo capace di manifestare repressione senza offrire poi alternative a questi tanto odiati giovani ospiti di Bologna che fanno comodo a tutti quando pagano la vergognosa cifra di 400 euro per un buco dove alloggiare e poi evidentemente dovrebbero solo dormire e stare chiusi in quel buco perché qualsiasi altra cosa facciano scatena polemica…se ti siedi per terra sei un drogato …se hai un cane sei un punk bestia …se ti vuoi divertire sei un funkazzista … se frequenti un locale che mette in primo piano la cultura e aiuta i meno fortunati ….sei un MALAVITOSOOOOOOOOOOOOOO!!!!!! Detto questo inviterei il questore e il sindaco a riaprire quanto prima il bar Exodus a lasciare in pace Pino e a venire a farsi un bell’aperitivo così da constatare in prima persona che in via Irnerio n 21 non siamo sul set di un film di Sergio Leone .E poi scusate ma questo famigerato articolo 100 l’hanno letto bene là in questura? Dice :”….il questore può decidere di sospendere la licenza di un esercizio nel quale siano avvenuti tumulti o gravi disordini, o che sia abituale ritrovo di persone pregiudicate o pericolose o che comunque costituisca un pericolo per l’ordine pubblico ,la moralità pubblica e il buon costume o per la sicurezza dei cittadini . Qualora si ripetano i fatti che hanno determinata la sospensione la licenza può essere revocata “. Tumulti e gravi disordini per una rissa …. Domani chiudiamo metà dei bar italiani ….Sottolineo che la sparatoria non è avvenuta all’interno del locale e l’unico pericolo per l’ ordine pubblico in tutta questa vicenda è privare una città di un così importante punto di riferimento e promozione culturale . L’Exodus è un pezzo di cuore.

Eva Businaro

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domenica 3 giugno 2007




Sono una persona che ha frequentato da sempre l’Exodus più o meno saltuariamente e solo da poco ha avuto la fortuna di conoscerlo meglio come locale, con i suoi progetti che guardano alla cultura e alla solidarietà.
Scrivo questa lettera perché sono allibita e disgustata da ciò che leggo quotidianamente in quei numerosi articoletti faziosi e di pessima divulgazione informativa che fanno capolino tra i giornali che trattano del famigerato “Caso Exodus”.
Vorrei, prima di tutto, abbattere un odioso luogo comune che da tempo riempie la bocca di cani e porci, ovvero questo spauracchio del degrado a Bologna. E’ vero, c’è e si vede, lo dimostrano i cattivi odori, i vetri rotti, le siringhe e non solo…
Questa denuncia che parte dai cittadini bolognesi e dal comune, però, sembra spesso essere piuttosto una moda del momento, un tema attuale da ficcare come il prezzemolino in qualsiasi discorso da fare al lavoro o davanti ad un caffè con gli amici.
A me non fa paura tanto il degrado bolognese quanto quello che si sta facendo per contrastarlo.
Ho paura dei delinquenti, dei malavitosi proprio come quelli che hanno creato disordine in quella ormai leggendaria notte di martedì scorso.
Mi rincuora, invece, sapere che ci sono locali come l’Exodus aperti anche di notte, locali in cui i giovani, e non solo i giovani, possono rifugiarsi, incontrarsi, chiacchierare, sorridere, creare piccole e grandi cose insieme.
Vorrei ricordare, infatti, a chi probabilmente l’ha dimenticato, che esistono queste strane creature chiamate giovani a Bologna come dappertutto, che hanno ancora la forza e la voglia di scoprire e di conoscere un’infinità di cose, tra queste anche la notte.
L’Exodus è stato da sempre un rifugio pacifico, familiare per tutti di mattina, di pomeriggio, di sera e di notte.
Purtroppo la brutta gente circola sempre e anche lei di mattina, di pomeriggio, di sera e non solo di notte, come qualcuno pensa, magari insieme al lupo cattivo e all’orco di Pollicino.
Mi chiedo qual è la colpa di Pino, che per sua sfortuna era lì quella notte a fare il suo solito lavoro.
Mi chiedo cosa è successo di così pericoloso lì dentro se non una bisticciata che, a quanto pare, non ha coinvolto nessun altro cliente se non i diretti interessati. E il seguito non importa perché è successo altrove.
Mi chiedo, inoltre, dove era chi ha il compito di proteggere la gente che lavora onestamente… dove era?
E perché, una volta arrivati i responsabili alla sicurezza, invece di prendersela con i delinquenti forse già noti alle forze dell’ordine, invece di star dietro alle armi e alla violenza, se la sono presa con chi aveva bisogno di aiuto?
Questa storia ha la consistenza di una bolla di sapone!
Pino è indagato e, insieme alla sua famiglia sta pagando per il semplice fatto che chi ha sparato quella maledetta notte era passato prima dall’ Exodus.
Mi piacerebbe pensare che vicino alle forze dell’ordine posso sentirmi sicura, invece… a volte i fatti mi suggeriscono che è meglio starne lontana! Questo non è bello e non fa onore.
Ora sto pensando che mentre chi lavorava (e adesso non può più lavorare) sta pagando, un pregiudicato (quello vero!) con la sua bella pistola continua a passeggiare, a canticchiare insieme ad altri uomini come lui. E ridono di cuore, felici del fatto che non è tanto loro che vogliono adesso quanto la chiusura dell’ennesimo locale, perché il tabellone della tombola deve essere completato, perché bisogna arrivare al numero novanta (La Paura)!
Bene! La bolla di sapone è scoppiata, il caso è chiuso e tutti a casa ( a dormire, s’intende, stanotte).
Questa storia più che al far west mi fa pensare ad una impopolare parodia di un film western!
E’vero signor Questore (o signor Sceriffo, come preferisce), è meglio prendersela con la povera gente che non dà troppi grattacapi, piuttosto che confrontarsi con la vera violenza, con il vero degrado… e così che si agisce subito e concretamente se non si riesce a fare di meglio!
O FORSE…NO?
03/05/2007 F.D.

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OPERAZIONE SALVIAMO L’ EXODUS
Cari lettori,
dall’ormai sconquassata città di Bologna è una famiglia, un gruppo di amici e ragazzi partiti da lontano e venuti in questa città per cercare un po’ di felicità che vi lancia un grido d’aiuto. Siamo arrivati qui in tanti, abbiamo fatto sacrifici e donato parte di noi stessi per riuscire a dare ed avere qualcosa di più di ciò che i nostri paesi d’origine potessero offrirci. Ed è proprio qui che dopo le iniziali illusioni, i primi sudati sorrisi ci vediamo privati dei nostri spazi, quelli che, chi pagando fior di cambiali, chi investendo il proprio talento e buona volontà, ci siamo guadagnati al semplice scopo di far incontrare chi aveva qualcosa da dire con chi aveva voglia di ascoltare. Ma, cosa più grave, ci sentiamo privati della nostra dignità, trattati come fastidiosi ospiti, capri espiatori a cui addossare delle colpe che ai diretti responsabili potrebbero dare troppo fastidio e, soprattutto, un cattivo nome. L’Exodus è sempre stato un luogo di incontro di culture diverse,una famiglia per chi quella vera ce l’ha troppo lontana, terreno fertile per amicizie, amori, collaborazioni artistiche, solidarietà o una semplice bevuta in compagnia e forse per questo facile bersaglio di chi vuole addossare i problemi del degrado agli ultimi gradini della piramide, senza pensare che se in cima non si fa niente non cambierà mai nulla. Chiunque legga il curriculum vitae dell’Exodus si renderà conto che è proprio qui che sono stati dati spazi gratuti ad artisti di vario genere come pittori, scultori, fotografi, musicisti, poeti; organizzate feste in piazza per il primo maggio e giochi della gioventù, dato rilievo alla cultura (gastronomica e non) di tutte le regioni d’Italia, dato lavoro a molte persone, offerto aiuto a chi ne avesse bisogno, offerto calore e familiarità anche a chi non avesse chiesto nulla ma soprattutto in quest’ultimo periodo il bar Exodus era diventato promotore di un’importante iniziativa a sostegno di un orfanotrofio nella città di Tuzla, in Bosnia, terra di rifugiati scampati dalla guerra. L’aiuto che il bar Exodus, attraverso Wilmo e la sua attività di aiuto in loco di cui anche le Nazioni Unite ne hanno riconosciuto la validità e l’importanza, voleva dare era sia economico (grazie a numerose serate di beneficenza e un corso di yoga organizzato dal bar stesso con la maestra Silvia Gregori i cui proventi venivano destinati interamente alla missione) sia umano: infatti molti ragazzi che inizialmente frequentavano il bar solo per chiaccherare con gli amici si ritrovano oggi con i bagagli pronti per partire e andare ad aiutare bambini e adulti meno fortunati di loro. Queste e tante altre sono le vie d’uscita che il bar Exodus ha tentato di dare ad una consistente fetta di popolazione di una città che, in fondo, non ha molto a che fare con le vere origini di chi questo movimento culturale bolognese lo smuove da anni, ma evidentemente questa buona volontà non è stata ben recepita da una città che a inizio mese chiama al telefono per reclamare l’affitto, non è stata nemmeno ben recepita da un’università che ogni anno sforna (dietro lauto pagamento di tasse) centinaia di laureati in discipline artistiche per poi non saper che farsene, anzi, colpevolizzare proprio chi, a questi sfortunati artisti, tenta di dare una seppur flebile voce. Questo è l’amaro destino di chi viene qui da lontano: arrivi, cerchi casa a prezzi esorbitanti, t’iscrivi alla “rinomata” ma non certo gratuita università ma il lavoro per cui ti prepara non te lo può offrire nessuno oppure incontri lo stesso percorso che ha fatto l’Exodus: parti dalla Calabria, compri un bar, fai tanti e tanti debiti con aziende bolognesi e con il comune di Bologna, accogli tutti gli studenti che abitano la città, cerchi di fare qualcosa di buono, fai qualcosa di buono, fai cose che pochi in città fanno per gli altri e poi, la questura arriva e fa chiudere il tuo bar, quello che hai conquistato con tanti sacrifici, perchè, tra centinaia e centinaia di clienti, ce ne sono alcuni che non sono in regola con la legge e quindi pare sia colpa tua, perchè, a quanto abbiamo capito, siamo noi e non le forze dell’ordine a dover controllare se tutti fanno le cose giuste, siamo noi a dover capire le intenzioni di chi entra e siamo noi i responsabili nel caso succeda qualcosa, è chi ha offerto il prorio il prorio lavoro a trovarsi sbattuto nelle pagine dei giornali e additato come un criminale solo perchè, non avendo nessun motivo, non ha impedito ad un gruppo di persone di entrare nel bar, non ha intuito le loro cattive intenzioni ma lui, che ne poteva sapere?
Con questa lettera, oltre ad esprimere la massima solidarietà a Giuseppe Fazio (il proprietario del bar Exodus) e a tutta la sua famiglia da parte mia e di altre centinaia di persone di tutte le età, professioni e estrazioni sociali, volevo soprattutto far sentire la vera voce di chi questo bar l’ha fatto nascere, crescere e l’ha fatto diventare qualcosa di importante per tante persone.
Grazie.
Alice Casarin

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Sono Barone Jacopo, nato a Bologna nel 1984 e cresciutoci fino ad ora.
Sono entrato in contatto con Pino, titolare del bar Exodus, durante il periodo natalizio del 2005.
Inizialmente siamo rimasti in un formale rapporto di coinquilini, finchè non ho cominciato a riconoscere in lui una strabiliante sensibilità e attenzione, che per tutta l’adolescenza ho cercato sia in bande di quartiere (da più piccolo), che in professori, fidanzate e amici.
Pino è stata la prima persona al di fuori del mio disgregato nucleo familiare che mi ha reso non più solo.
E’ colui che mi ha incoraggiato, data la scarsa autostima, a portare avanti con fervore le mie tendenze artistiche in veste di musicista, mascheraro e burattinaio;mai deriso per la passione per il recupero di oggetti e prodotti di scarto, bensì spronato nell’etica del riciclo.
E’ colui che mi ha sempre fatto riflettere su miei atteggiamenti che avrebbero potuto ferire anche se inconsapevolmente, o ingenuamente, terzi.
E’ colui che davanti alle mie condanne etiche verso istituzioni, potere coercitivo e mass-media, mi ha sempre portato a valutarne innumerevoli pregi.
Il Pino che si cerca di mettere in cattiva luce, è colui con cui ho trascorso innumerevoli albe sul balcone di casa, commuovendomi per l’inenarrabile sensibilità e capacità di comprensione che ha verso chiunque, proprio perchè hai suoi occhi, siamo tutti persone che hanno diversi trascorsi di vita alle spalle, e dunque credo proprio che neanche verso il questore e chi lo sta tanto cercando di rovinare, lasci spazio a condanne. Piuttosto sono convinto che come sempre l’ho visto fare, stia cercando di trovare una sorta di riequilibrio in questa nuova destabilizzante situazione.
Per non cadere in malintesi, vorrei precisare tale tendenza alla comprensività, non si traduce nell’ospitare consapevolmente malavitosi, o soggetti che possano arrecare pericolo alla società.
Pino è lo stesso che con l’aiuto di suo fratello, per quanto riguarda l’aspetto organizzativo, e assieme alla sorella, per quanto riguarda il campo culinario e la sua gestione, tenta il più possibile di dare spazio nel suo locale, a musicisti di vario genere e di varia fama, da ragazzi che cercano di inserirsi nel mondo musicale, a quelli già affermati.
Si fa in quattro per rifocillarli, e dargli una ricompensa economica, a discapito talvolta del suo guadagno.
Il soggetto in questione ha ospitato innumerevoli mostre, iniziative culturali e di volontariato, tra cui spicca negli ultimi mesi: “Sognando Tuzla”.
“Sognando Tuzla” è un progetto avviato circa tredici anni fa da una figura storica della Bologna interventista concreta e autonoma, Vilmo.
Vilmo ogni mese dallo scoppio del conflitto che vide coinvolti civili bosniaci, si reca con altri collaboratori nella zona di Tuzla, portando aiuti umanitari come indumenti, soldi e tanta forza d’animo, i principali utenti, sono bambini orfani.
Ciò che Vilmo vi risponde se gli chiedete cosa ne pensa del conflitto, è dettato dal suo semplice senso di umanità : “niente vinti, niente vincitori, solo persone che e necessitano di non essere dimenticate, bambini che cercano i loro genitori nelle carezze di chi è disposto a donargliele.”.
Questo semplice senso di umanità, di cui Pino si rifocilla, è ciò che lo lega a Vilmo, ed al suo progetto.
Le continue riunioni per decidere partenze, organizzazione di attività di finanziamento per il progetto, si sono tenute nella medesima saletta del bar dove a quanto pare si è verificato il litigio che lo porta ad essere incriminato, è la stessa saletta in cui grazie alla spinta di Pino, hanno avuto luogo cene vegetariane, con proiezione di documentari video e audio, con relativi concerti, per ricavare su offerta libera, dei soldi da portare direttamente nelle mani dei destinatari, senza passaggi intermedi.
Se Silvia, eccellente maestra di Yoga, tiene bisettimanalmente corsi nella saletta del Bar, per la modica cifra di 3 euro, interamente destinati al progetto “Sognando Tuzla”, è grazie all’esistenza dell’Exodus e di Pino.
Stasera 02/06/2007 alle ore 22.00, io e altri 8 ragazzi, stretti amici di Pino e aderenti al suddetto progetto, partiremo in furgone per l’ennesimo viaggio per Tuzla, viaggio in cui Pino ci avrebbe dovuto accompagnare, ma ovviamente, per rendersi disponibile alle forze dell’ordine in qualsiasi momento, ha dovuto rinunciare. Stasera partiremo anche con i soldi che Silvia ha duramente raccolto con le lezioni di Yoga, e se mancano i soldi della lezione che si sarebbe dovuta tenere giovedì, se mancano i soldi che avremmo dovuto raccogliere ieri con la cena di finanziamento in programma, è perchè il bar Exodus è stato chiuso. Ogni centesimo che non potrà pervenirci da tali attività, sarà causato dalla chiusura del bar; ogni giorno che trascorrerà essendo il bar chiuso, ed essendo il nostro punto di riferimento, Pino, posto sotto pressione per le accuse mossegli contro, sarà un grossa perdita per un polmone culturale come l’Exodus, che vede tagliate le sue radici.

Si parla della mia seconda casa e di quella di tanti altri come un covo di pregiudicati, clandestini e “punk a bestia”; vi assicuro che in questi miei, quasi ventitrè anni di vita, trascorsi anche a Firenze, Catania, Siracusa, New York, New Jersey, Senegal, e altri luoghi, avendo visto e frequentato innumerevoli bar, ristoranti e locali, con utenza molto diversa l’una dall’altra, di ogni estrazione sociale, malavitosi ne ho sempre incontrati, essendo tutti questi luoghi “PUBBLICI”.
Colpa non può essere fatta hai gestori perchè servono caffè, cibo e alcolici a cittadini che non dichiarano all’ingresso la loro fedina penale, o l’intenzione di spararsi sul lato opposto della strada, così come non può essere fatta colpa al gestore che preso dal lavoro, non si rende conto che in un attimo, in un' ala del locale si verifica una colluttazione.
Vorrei ancora porre in rilievo una faccia del bar Exodus, che continua ad essere omessa dagli articoli di presentazione che in questi anni hanno avuto spazio su tutte le testate giornalistiche.
Mi riferisco al ruolo fondamentale che il bar Exodus ed i suoi gestori svolgono nelle interconnessioni di mondi che apparentemente paiono essere molto lontani.
Se un operaio in pausa pranzo ha la fortuna di ricevere una lezione di storia dal professore in pensione Moreno, è perchè si trova ad essere in un luogo dove ciò è possibile, così come io, giovane artigiano, appassionato di antropologia, mi trovo a discorrere di massimi sistemi con un vigilante.
E se un avvocato si entusiasma a narrare vicissitudini della sua vita, ad un giovane come me ed a un professore di scuola elementare, seguiti poi da Max, chitarrista Metal, Daniel, studente di Scienze Politiche, Jhon, venditore di fiori, Alì delle alimentari a fianco, Luisa dipendente pubblica e Jerome, regista francese, Marian, acrobata aerea brasiliana, Peppe, consegna pizze calabrese, è perchè si trova in un luogo dove la dimensione umana è di casa, dove l’interscambio culturale e quindi territoriale e generazionale trova terreno fertile.
Per concludere, come ho anticipato, è circa un anno e mezzo che frequento Pino e il suo bar “centro culturale”, chi, con più anzianità di me, approfondirà ciò che io posso solo accennare; mi riferisco alla valenza di nucleo di interconnessione artistica che è l’Exodus, ed al ruolo centrale che i fratelli hanno nel porre in relazione soggetti.
Hanno visto luce diverse nascite di gruppi musicali quali i Gramigna, Urban Jungla e altri predecessori, sono nate collaborazioni tra mascherari e attori, acrobate e percussionisti, un ricercatore di etnomusicologia ed un suonatore di dijeridoo, un africanista e due percussionisti di stampo musicale di Africa sub-shariana, un musicista di musica elettronica ed un documentarista esperto in islamistica, una maestra di Yoga e due bassisti.....

In virtù di tutto ciò chiedo la riapertura immediata del bar Exodus e l’assoluzione di Pino,
ed esorto tutti gli utenti del bar e conoscenti di Pino alla riconoscenza dovutagli.

Jacopo Barone

Bologna, lì 02/06/2007

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