giovedì 5 luglio 2007

SALIS ARTISTA DEL RING

di Maurizio Roveri

Arrivò a Bologna sette anni fa. Con una valigia piena di sogni. Veniva dalla Sardegna. Alghero. Non conosceva la città delle Due Torri, anzi qui non conosceva proprio nessuno. Ma aveva chiara un’idea. E quando Mario Salis – che è tipo orgoglioso - si mette in testa un’idea, prima o poi la realizza. Voleva diventare un pugile vero. Qualcosa di buono lo sapeva fare, era già campione regionale sardo. Però combatteva poco. Avrebbe avuto bisogno di salire sul ring con maggiore frequenza. A vent’anni doveva cercare di compiere il salto di qualità. Aveva un indirizzo. In Sardegna, prima che partisse, gli avevano detto di rivolgersi a Sergio Rosa il “maestro” della Tranvieri. Salis andò, entrando nel mondo della società pugilistica di via Saliceto. Una delle palestre più antiche e prestigiose di Bologna e del bolognese per la “noble art”. Quanti giorni sono passati. Forse piùdi duemila giorni di allenamenti, di rigorosa preparazione, di “figure”, di guanti, di sudore, di sacrificio, anche di divertimento quando si sta bene in un gruppo. E in sette anni alla Tranvieri, Mario s’è fatto tanti amici. Perchè trasmette entusiasmo, perché sa essere positivo. Qui è maturato. Come pugile. E ancor di più come uomo. Oggi Mario ha 26 anni, è una persona sicura, un ragazzo che tutti apprezzano. E’ diventato il leader del gruppo allenato da Sergio Rosa e da Sergio Di Tullio.
Elettricista per professione, pugile per vocazione. Non essendo fisicamente potente (è un longilineo, con un bell’allungo per essere un peso piuma) e non avendo “mani pesanti”, ha imparato ad usare il cervello e la strategia sul ring. Oltre ad aver affinato molto la tecnica. Oggi Salis è il pugile dilettante bolognese più esperto, più maturo pugilisticamente. Interprete di una boxe elegante, basata sulla rapidità, sulla scelta di tempo, sull’intelligenza, sugli abili spostamenti.
Sta sul ring da una dozzina d’anni, era appena quindicenne quando in Sardegna gli fecero fare il debutto. Il suo primo insegnante di boxe è stato Tore Burruni, anch’egli di Alghero, uno dei più grandi pugili italiani professionisti di tutti i tempi (campione del mondo dei pesi gallo, memorabile quel suo combattimento contro il thailandese Pone Kingpetch al palasport di Roma il 23 marzo 1965). Dunque, Mario ha già un sostanzioso numero di match alle spalle: 79 combattimenti. Con 56 vittorie (la più recente è quella di venerdì scorso in Piazza dell’Unità, contro l’abruzzese Mancinelli), 8 pareggi e 15 sconfitte.
Fatto singolare: Salis è stato campione di due regioni, poiché nel 2004 (da tesserato per la Tranvieri Bologna) ha vinto il titolo regionale dell’Emilia-Romagna. Titolo che è andato ad aggiungersi, così, a quello che vinse in Sardegna.
Ora Mario è maturo per qualcosa di più importante. Vuole arrivare ai campionati italiani assoluti e vincerli. Soprattutto se, com’è praticamente certo, si faranno nel bolognese – a Castel S.Pietro – per l’organizzazione della Pugilistica Tranvieri. Il sogno di Salis può trasformarsi in realtà. A sorreggerlo, nel percorso verso il titolo, avrà in quei giorni tutto il tifo dei suoi tanti amici dell’Exodus Bar di via Irnerio.

Nessun commento: