domenica 6 maggio 2007

SUCESKA

Sucéska non è una città, né un paese, forse un villaggio.. diciamo che è il nome che comprende un certo numero di case sparse in una zona dei Balcani, alcune delle quali sono raggruppate in un minuscolo “centro”, vicino alla scuola.
Per raggiungerla, da Srebrenica si iniziano a percorrere circa 14 Km di strada sterrata e stretta, in salita. 14 Km in un tempo lunghissimo, sempre attenti, un po’ per le enormi buche piene d’acqua anche quando è asciutto, un po’ per i grossi tronchi accatastati quasi sulla strada, un po’ sperando di non incontrare nessuno che marci in senso opposto (anche se è molto difficile, quasi tutti gli abitanti si spostano a piedi).
Il paesaggio è d’incanto, specialmente al tramonto, anche se non si ha il tempo per goderselo serenamente; ogni tanto, dal fitto degli alberi, sbuca una casa scoperchiata, devastata dai bombardamenti e vuota.
In Italia, Vilmo ha raccolto un po’ di soldi per comprare materiale didattico da portare alla scuola; a Tuzla abbiamo acquistato il più possibile, poi siamo andati lassù a consegnarlo.
Dopo la guerra, la scuola di Sucéska, distrutta, ha ricevuto finanziamenti dagli Americani, che sono bastati a ricostruire nemmeno la metà dell’edificio, dopodiché li han “mollati lì”. L’intero primo piano e parte del pian terreno al posto delle finestre hanno assi di legno, e come pavimento sassi, terra e calcinacci. Di tutte le aule, solo due sono arredate; il riscaldamento non esiste più, alcune aule sono dotate di una micro-stufa a legna che a fatica riesce a scaldare un decimo dell’ambiente. La palestra non esiste, ma per fortuna ora hanno messo la recinzione al campetto da calcio esterno, inutilizzabile prima perché a strapiombo sulla montagna. Durante la nostra visita, il campo ha visto al suo interno ben due sfide Bosnia-Italia, con i ragazzi e bambini di Sucéska (tralasciamo i risultati delle partite..).
Pian piano nella scuola si aggiunge sempre qualcosa, grazie soprattutto a gruppi di ragazzi volontari; quando siamo saliti, alla scuola abbiamo trovato i ragazzi di Torino intenti a costruire un tavolone con l’aiuto di due ragazzi del posto.
La scuola di Sucéska è frequentata da alunni dai 6 ai 15 anni, e il maestro (un ragazzo trentenne i cui occhi dicono tutto) ci ha spiegato che nella zona sono 4 le scuole più o meno in quella situazione.
Per ora a Sucéska si sta cercando di sistemare il più possibile, e c’è il progetto di creare nella scuola un mini-ostello che gestiscano poi i ragazzi del posto.
Se tra qualche anno vi venisse voglia di immergervi nel pieno dei Balcani, quelli più scomodi e silenziosi, ma alla vista incantevoli, sapete qual è il primo posto dove cercare alloggio.

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